sabato 9 aprile 2016

Charles Baudelaire: Quanto a me, se mi chino sulla bella Felina che ben merita un tal nome...


Alexandre Steinlen
Quanto a me, se mi chino sulla bella Felina che ben merita un tal nome, pur essendo, nello stesso tempo, l'onore del suo sesso, l'orgoglio del mio cuore e l'aroma del mio spirito - allora, sia giorno oppure notte, in piena luce o nell'ombra opaca, io leggo distintamente nei suoi occhi adorabili sempre la stessa ora, un'ora grande, vasta e solenne come lo spazio, non divisa in minuti né in secondi, un'ora immobile che gli orologi non segnano, e che tuttavia è leggera come un sospiro, veloce come uno sguardo.
E se qualche importuno venisse a disturbarmi mentre i miei occhi riposano su questo delizioso quadrante, se qualche Genio intollerante e villano, se qualche Demonio intempestivo venisse a dirmi: «Che cosa stai fissando là con tanta attenzione? Che cosa cerchi negli occhi di questa creatura? Stai forse guardando che ora è, o mortale prodigo e infingardo?». Allora io risponderei senza esitare: «Sì, sto guardando che ora è: ed è l'Eternità!».

Frammento di L'orologio in: “Lo spleen di Parigi” di Charles Baudelaire

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