sabato 3 giugno 2017

Antonio Gramsci: [...] Perciò si può dire che si distrugge in quanto si crea...

Tina Modotti
L’affermazione che «non si può distruggere, senza creare» è molto diffusa. L’ho letta, già prima del 1914, nell’«Idea nazionale», che pure era un bricàbrac di banalità e luoghi comuni. Ogni gruppo o gruppetto che crede di essere portatore di novità storiche (e si tratta di vecchierie con tanto di barba) si afferma dignitosamente distruttorecreatore. Bisogna togliere la banalità all’affermazione divenuta banale. Non è vero che «distrugga» chiunque vuol distruggere. Distruggere è molto difficile, tanto difficile appunto quanto creare. Poiché non si tratta di distruggere cose materiali, si tratta di distruggere «rapporti» invisibili, impalpabili, anche se si nascondono nelle cose materiali. È distruttorecreatore chi distrugge il vecchio per mettere alla luce, fare affiorare il nuovo che è divenuto «necessario» e urge implacabilmente al limitare della storia. Perciò si può dire che si distrugge in quanto si crea. Molti sedicenti distruttori non sono altro che «procuratori di mancati aborti», passibili del codice penale della storia.

In: “Quaderni dal Carcere (Q6 §30 Nozioni enciclopediche)”, di Antonio Gramsci


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